All’inizio i rapporti con Vogue Italia, alla quale presenta i primi lavori a Milano, non sono proprio idilliaci. Lui sottopone alla rivista le sue immagini di donne popolane e prosperose.
Poi la sorprendente alchimia con la top Eva Mallstrom che intuisce la sua genialità, gli consente di superare le prime difficoltà e di lasciare il segno nella Bibbia della moda con un primo servizio realizzato nel 1974 con dei gioielli in una ricevitoria del Lotto.
Le sue prime foto per Vogue alla fine piacciono per l’atmosfera e la morbidezza. Si tratta infatti di foto flou ottenute coprendo l’obbiettivo con una calza
Un approccio che lo porta a lavorare a contatto con i maestri dell’arte postatomica giapponese (Yamamoto, Miyake) ma anche con Escada, Gucci e Dolce & Gabbana. Non a caso viene considerato l’inventore del cosiddetto ‘ritratto di moda’.
Le sue donne sono vive, reali e possibili. Nell’arco degli anni di una trionfante carriera il suo obbiettivo coglie la bellezza atemporale di Isabella Rossellini, di Brigitte Nielsen spogliata di ogni aggressività da virago, di Monica Bellucci, di Elettra Rossellini.
E poi Sophia Loren, Madonna, Julia Roberts, Charlize Theron, Beyoncé, Susan Sarandon, Jessica Lange fino ai ritratti di Luciano Pavarotti, Sting, Roland Petit e Willem Dafoe.
La sua idea personale e alternativa di femminilità garbata, romantica ma spoglia, quasi priva di make up, lo porta a diventare l’obbiettivo prediletto di ‘Mondo Uomo’ e ‘Donna’, due riviste nate nel 1980 di cui Flavio Lucchini è editore e direttore con la moglie Gisella Borioli.
E’ proprio con lui che Ferri fonda nel 1983 a Milano Industria SuperStudio, un centro polifunzionale, a pochi passi dalla stazione di Porta Genova e dai Navigli, comprendente sale di posa e strutture di servizio per fotografi, stilisti e sfilate di moda ricavate da capannoni dismessi.